Leader di ricerca e sviluppo, secondo alcune recenti ricerche, è la svizzera Roche, casa farmaceutica che, in fatto di investimenti, non ha certo bisogno di grandi consigli e che solo nel 2013 ha speso ben 10 miliardi di dollari. La Novartis, invece, ha investito nel 2012/2013 circa 500 milioni in più rispetto agli anni precedenti. Insomma, big pharma, se si tratta di ricerca & sviluppo, non lesina sul budget.

Ricerca e sviluppo, il settore farmaceutico crede nell’innovazione e nella ricerca

I laboratori di analisi sanno perfettamente che il settore che, con tutta probabilità darà loro maggior lavoro è quello farmaceutico. Questo perché, tra tutti gli altri settori, quello farmaceutico è quello che maggiormente investe nell’ambito della ricerca e dello sviluppo. In Italia la crescita è stata di 5 volte superiore alla media globale.

Ma perché questo settore funziona così bene? Sarebbe oltremodo semplicistico rispondere dicendo che la ricerca per la cura di malattie o per la loro prevenzione è sempre più importante nel nostro paese. Vero è che la realtà non si discosta molto da quest’affermazione.

La ricerca ha fatto notevoli passi avanti e i nostri giovani investono anni di studio per poi arrivare a un livello di competenze tale da portarli a fare interessanti scoperte, come poi, di fatto, è avvenuto.

Innovazioni tecnologiche e lavoro assiduo

Ovviamente un grande impulso è stato dato anche dalle numerose innovazioni tecnologiche che hanno facilitato notevolmente i ricercatori. L’innovazione a tutto tondo sembra quindi essere la parola chiave.

In particolar modo trovano ampi riscontri i brevetti, in notevole aumento e che riguardano un po’ tutti gli ambiti. Un altro settore che ha ben fruttato è quello delle vaccinazioni. Oggi c’è la possibilità di fruire di vaccini sempre più efficaci e sicuri, e questo è un settore in cui l’industria farmaceutica ha investito tanto, e dove ha anche ottenuto un ottimo ritorno dell’investimento.