La spesa per la ricerca e per lo sviluppo tecnologico cresce a livello globale, ma in generale l’Unione Europea non è protagonista di questa scena. Per quanto riguarda la ricerca e sviluppo in Italia, invece, le cose non vanno male, ma si potrebbe decisamente fare di meglio anche stando sulla scia di quella che è la tendenza globale dello scorso anno.
Ricerca e sviluppo in Italia, troppo privatizzata
Se a livello globale il settore della ricerca ha visto un notevole aumento di investimenti, l’Unione Europea è grande assente almeno dal punto di vista argomentativo. L’Italia, invece, non va male, ma si potrebbe fare decisamente di più. Il problema principale del Paese, infatti, è che gli investimenti maggiori nel settore della ricerca e dello sviluppo sono imputabili alle aziende private, ci sono sempre meno fondi erogati dallo Stato e un coinvolgimento sempre più secondario delle Università.
Buono invece il settore della ricerca e dello sviluppo farmaceutico che in Italia ha trovato, lo si può dire con una certa sicurezza, un ottimo terreno. Basti pensare al polo di ricerca dell’industria farmaceutica sui vaccini di Siena che sta avendo eccellenti riscontri e ottimi finanziamenti.
La fiducia globale nella conoscenza
Gli ultimi dati pervenuti, riferiti al 2018, mostrano chiaramente come gli investimenti sulla ricerca e sviluppo in Italia, ma soprattutto a livello globale, siano sintomo di una sempre crescente fiducia nella conoscenza. Non era mai accaduto, infatti, di vedere tanti finanziamenti destinati alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica come in questi ultimi anni.
Ma non solo, stando alle ultime indagini condotte dall’R&D Magazine questa tendenza è destinata a continuare. Si prevede che alla fine del 2019 gli investimenti globali saliranno ulteriormente con un incremento, rispetto all’anno precedente del 3,6%. L’incremento sarà pertanto leggermente inferiore a quello del 2018, ma resta comunque decisamente importante.
Non resta che vedere come questo trend globale si manifesterà in Italia.